Non potevo esimermi anche io dal pippone post elettorale (visto che l’autoerotismo politico è un mio forte). Ho aspettato solamente alcuni giorni, poichè da brava spugna quale sono (non nel senso che ho affogato i dispiaceri nell’alcol, ma apprendendo dalle varie analisi, assorbendole e rielaborandole con delle mie conclusioni) ho deciso di regalarvi una storia a capitoli, dal titolo “Abbiamo vinto come sempre”. Da questo titolo mi aspetto scannamenti generali nei commenti di FB. Sappiate che non risponderò anche perchè dal titolo si capisce chiaramente come la penso…ma come la penso dovrete dirmelo voi. E poi tutti sono capaci di sproloquiare da subito, io preferisco lasciar sedimentare le cose…
Intanto il primo capitolo ho deciso di intitolarlo “I conti della serva”. Essì, perchè mi limito a riportare i numeri (fonte: youtrend…sia mai che qualche fenomeno li metta in dubbio con il raglio “eh ma le fonti!!”). Proprio i conti della serva appunto, fatti voto per voto col pallottoliere.
Ecco qui i risultati delle regionali 2015, divisi regione per regione
Ed ecco qui un confronto con le precedenti elezioni nazionali ed europee
Una piccola postilla: secondo me esistono tre livelli di elezioni, dove pesano differenti aspetti, e sono proprio le politiche/europee, le regionali e le comunali. Nelle elezioni politiche ed europee l’aspetto preponderante è quello politico/programmatico, dove conta la copertura mediatica e la proposta politica, l’aspetto personale acquisisce un peso relativo minore. Le comunali sono l’opposto invece, ossia l’aspetto personale e di conoscenza del singolo candidato/persona è superiore rispetto a quello dei programmi e delle proposte. Le regionali sono una via di mezzo, dove pesano in ugual misura politiche e candidati, dove la rete nel territorio dei candidati si lega a filo doppio con le proposte politiche programmatiche. Quindi secondo me è sbagliato sotto alcuni punti di vista confrontare regionali con europee e politiche, ma tant’è ecco qui un paragone, se non altro permette di capire quanto un partito in sè possa incidere o meno su un livello regionale.
Confronto con le regionali del 2010? Impossibile. Attori totalmente diversi. Nel 2010 esisteva ancora un PDL di governo con una struttura territoriale ereditata da FI ed AN, un centro che con le sue alleanze a maglie larghe cercava di essere determinante autogarantendosi la sopravvivenza, e soprattutto un Movimento 5 Stelle ancora agli albori. E non basta sommare i voti degli attuali FI e Fratelli d’Italia per trovare le percentuali e i numeri da PDL, come non è sufficiente dire che la Paita insieme a Pastorino avrebbe vinto perchè 27,84%+9,41%=37,25%. Ma non voglio lanciarmi in troppe anticipazioni del Capitolo II.
Buona notte!!
Edoardo