Ho aspettato la fine dei ballottaggi, anche per evitare ingerenze o di influenzare in minima parte i ballottaggi. Non mi illudo che questo mio blog sia così letto o influente, ma meglio evitare. Comunque in ogni caso l’analisi non è cambiata e i risultati di ieri notte non fanno altro che confermare queste mie ipotesi.
Non ci girerò troppo in giro su questa sconfitta, non vittoria, vittoria a metà , chiamatela insomma come volete. C’è già chi dice “è colpa di questi che non ci hanno sostenuto”, “è colpa degli altri che erano uniti”, “colpa dei livelli locali non all’altezza”. Colpa di questo colpa di quello, ma io di responsabili ne trovo solo uno: noi. Noi in quanto dirigenti e quadri del PD, noi in quanto PD. Il sostrato di fondo è venuto a mancare, è venuta a mancare la definizione base di partito, che per prendere in prestito le parole di Giovanni Bianchi che ho sentito qualche giorno fa “Un partito è la società che si fa stato”. Non sono un fan della cosiddetta società civile perchè trovo che sia il fallimento della politica, ma questa frase la dice lunga. Molto lunga. Perchè è colpa nostra? Perchè non siamo stati in grado di dare le risposte che i nostri elettori, la nostra gente, i nostri concittadini ci hanno richiesto in questa tornata elettorale. E in casi estremi siamo stati visti come parte dello scandalo, parte del sistema malato (Venezia in primis). Le amministrative da quando esiste il PD ci hanno sempre premiato, perchè è sempre stata premiata la capacità dei nostri amministratori, la loro bravura e il loro essere sul pezzo, sul territorio, tra la nostra gente. Questo è venuto a mancare, troppo chiusi in noi stessi per ascoltare fuori. Dove abbiamo vinto abbiamo vinto per la presenza di persone forti che si sono mantenute sul territorio IN QUANTO LORO (vedi regionali). Non in quanto PD.
E quando un partito viene a mancare crea un vuoto, un vuoto politico che in questo caso è enorme, che ha creato astensionismo alle stelle, ma ancora peggio ha permesso ad un CDX disunito sui temi ma unito in cartelli elettorali ad hoc nel territorio di rinascere. Non so a livello nazionale quanto l’asse Lega-Forzista possa reggere, ma a livello locale dove conta di più il “momento” regge eccome. Il voto 5 stelle è stato impossibile da intercettare, vuoi perchè tradizionalmente anti sistema (sebbene già parte integrate dello stesso) vuoi perchè estremamente qualunquista (e già avete avuto modo di vedere cosa ne penso del qualunquismo politico).
E ora? Eh, bella domanda. Non ho la bacchetta magica. E nemeno voglio dare soluzioni assolute. Credo nel PD, che è l’unica forza riformista e di centro-sinistra (avete capito bene, centro-sinistra) del paese spesso chiusa troppo in sè stessa. Bisogna ripartire dalla forma e dalla struttura (non dalla non-struttura) per ritornare ad essere visti come parte della società, non come parte aliena ad esso. Quando vedo le frasi “società civile” mi incazzo come ‘na bestia scusate, “perchè io che sono di un partito sono società incivile?” Non mi pare.
È il senso di fare politica che va recuperato. Nient’altro. E per questo abbiamo perso parte di quello che siamo, cercando dando priorità ad una vittoria che, il più delle volte, non arriva, o arriva a metà.
Cordiali saluti
“Sempre più orgogliosamente democratico e liberamente pensante nonostante tutto” Edoardo Pivanti