Sapete che adoro Barbascura X. Perchè lo trovo un dannato genio, perchè con la sua semplicità riesce a spiegare concetti complessi anche ad un pubblico enorme che, normalmente, nemmeno si avvicinerebbe alla divulgazione scientifica.
Sia chiaro, venendo dal mondo accademico non vuole sostituirsi alla vera divulgazione scientifica, ma in modo democratico ha deciso di renderla, in parte, per tutti.
È simile a quello che, quando con alcuni amici abbiamo portato avanti un progetto di divulgazione, continunavamo a ripetere: “Lo facciamo per i bar di Cesano Maderno”. Ora, non è che ce l’avessimo particolarmente con i bar della brianza, ma era un modo chiaro, semplice e se vogliamo “cazzone” per dire “aperta a tutti”. Quasi leninista.
I video di Barba (ora nel resto dell’articolo lo chiamerò così) li metto su la sera quando ho voglia di “spegnere” con qualcosa di leggero, qualcosa che già conosco e che so quasi “doppiare”. Faccio la stessa cosa con “I Simpson” e altre serie TV.
Al di là della semplicità, si vede il lavoro e la preparazione nei video. Ma oggi Barba si è superato.
Ha raccontato della sua dislessia, dei suoi problemi nel leggere e del terrore di sentirsi, proprio a causa di questo problema, inadeguati. Ed è un video bellissimo perchè racconta (con il suo stile ovviamente) un lavoro interiore ed esteriore su di sé.
E fa strano che addirittura uno youtuber, o meglio uno degli youtuber scientifici più preparati, abbia attraversato questi problemi e questi disagi. Senza raccontarvi i singoli passaggi del video (che è da vedere), c’è un fil rouge che unisce la sua esperienza e il lavoro per superare quei limiti: cioè farsi il mazzo.
Darsi da fare, mettersi alla prova, dare il massimo sempre. Non vuole questo pezzo essere un qualcosa di motivazionale, ma che riconosce invece il valore dell’impegno e del lavoro.
Dietro ogni lavoro, ogni passaggio, ogni fatica, c’è quel “farsi il mazzo” che fa la differenza. Mi viene in mente una citazione di un film, “Glory Road”, un filmettino leggero sull’impresa dei Miners del 1965-66.
Ad un certo punto l’allenatore Don Haskins urla ad un giocatore che vuole mollare: “Io non sono l’allenatore più forte, ma mi fatto il mazzo e batto allenatori più forti di me!”.
Un bellissimo riassunto di tante cose che ben si adatta ad una vita intera. Perchè bisogna sempre provarci. Bisogna sempre dare il massimo. Il risultato finale nessuno se lo ricorderà, ce l’avrai comunque fatta. Sempre. E raccoglierai sempre i frutti di sto “mazzo”.
P.s. oh, per scrivere questo pezzo ho messo in “pausa” l’analisi socio-politica di Dune Parte 1&2 comparato con il Dune di David Lynch, quindi fate conto voi di quanto mi abbia preso…