La riproduzione casuale di Youtube

A volte Youtube, con la sua riproduzione casuale dei video, ci “riconosce” meglio di quanto possiamo immaginare.

Ovviamente so che il tutto è dovuto ad un artificio di cookie e algoritmi, però è bello pensare ogni tanto che non sia così.

Una canzone, trovata per caso. “Like I’m gonna lose you” di Meghan Trainor (che trovo carinissima) e John Legend.

 

Era il 2015, novembre. Un giovedì notte piovoso, e io mi trovavo su un pullman diretto a Roma. Quell’anno ero stato ammesso al primo corso in assoluto di Scuola di Politiche, la scuola di formazione di Enrico Letta. Ci tenevo tantissimo a partecipare a quella scuola. E nonostante già lavorassi, non potevo permettermi esattamente tutti i viaggi andata e ritorno da Roma e nemmeno volevo pesare troppo sulla mia famiglia. Un centone andata e ritorno si sentiva eccome.

Quindi, pur di partecipare, avevo scelto di farmi il viaggio ogni santa volta in pullman. Partenza il giovedì notte, arrivo a Roma alle sei del mattino, svariate colazioni (dovevo buttare roba nel serbatoio), lezione, pranzo, incontri e poi via venerdì notte ancora pullman e rientro il sabato mattina. Così per un anno. Una sfacchinata, ma ci credevo fermamente in quello che stavo facendo.

Lavoravo già, avevo iniziato da un annetto, mi stavo ancora facendo le ossa nel mondo delle telecomunicazioni e come commerciale. Non guadagnavo tantissimo, ma avevo un ufficetto che mi consentiva di sentirmi libero. E appunto il massimo che potessi permettermi erano quei viaggi della speranza in Megabus.

Ero appena tornato da Bruxelles con i “miei” GD, la mia federazione, e quella al Parlamento Europeo era stata la tappa di conclusiva di un Tour che ci ha portato a visitare tutti i livelli istituzionali del nostro paese. Eravamo tutti gasati come non mai. E si era svolto da poco il nostro Evento, quel 7 novembre che nella mia “retorica” torna sempre. Evento nel quale, tutta la Politica (forse esagero, però almeno quella lombarda sicuramente) si è fermata e si è accorta dell’esistenza dei Giovani Democratici di Como. E anche, con una punta di spocchia ed orgoglio, del loro segretario.

Ed ero contento di esserlo. Pensavo sarebbe durato in eterno, ma sotto sotto sapevo che, come tutti gli incarichi e i ruoli, sarebbe arrivata anche la fine perchè non si può essere giovani in eterno, men che meno in ambito politico (e anche perchè qualche batosta era arrivata già ed era stata alquanto dolorosa). E, per aggiungere un piccolo carico, ero al primo anno del mio primo mandato come Consigliere Comunale, anche se non mi rendevo conto bene bene del ruolo e del “come” lo fossi diventato, l’ho scoperto solo qualche anno dopo (e c’ho preso gusto, tanto che mi sono ricandidato e sono stato rieletto).

In più, ogni volta ad “aspettarmi” al rientro da Roma non c’erano solo “mamma e papà”, ma c’era anche un’altra persona. E vedermi tornare significava qualcosa anche per quella persona, e faceva il tifo per me e per noi (anche se qualcuno ha sempre remato contro…la lontananza è come il vento, spettina).

Ma torniamo a quel viaggio in pullman. Ovviamente non era possibile dormire molto su un sedile imbottito, e quelle poche ore di sonno erano tutte in condizioni un po’ “precarie”. Era molto tardi, forse le tre o le quattro di notte, e ancora con gli occhi aperti e secchi ho fatto partire dal telefono la radio (ovviamente solo Radio Reporter, chi mi conosce lo sa).

E ascolto per puro caso “Like I’m gonna lose you”, brano appena inserito nelle programmazioni italiane. Una piccola magia e, non contento, faccio partire il video su Youtube. Anche nel video piove,  e poso una mano sul vetro del pullman pieno d’acqua.

Distrutto, a pezzi. Ma quel viaggio e quei viaggi in quell’anno me li ricorderò per sempre. Stavo facendo tutta la fatica di “giocarmela” e scommettere su me stesso. Non avevo la metà di quello che ho ora (anche se non posso dire di essere arrivato dove voglio fino in fondo).

Però ero felice come non mai. E speravo che quell’istante, su quel pullman con quella canzone e il vetro pieno d’acqua, non finisse mai.