La foto è simile a quella della scorsa assemblea, ma lo spirito con il quale mi sono recato a Roma questa volta è stato molto diverso. E anche lo spirito con il quale mi accingo a salutare quest’assemblea nazionale.
Ho ascoltato tutti gli interventi per quanto possibile, e in tutti ho trovato una linea comune, ossia il riconoscere al nostro popolo l’umanità nel fare politica. La politica non è solo momento e istante, ma anche continuità. Vivere la politica nella propria quotidianità, ed essere da esempio anche per chi magari non voterebbe mai il tuo partito ma in te (militante, iscritto, dirigente o deputato) riconosce ascolto, dialogo e stima.
È questo che fa la differenza tra noi e gli altri, tra chi ha scelto un modello di non-partito e noi che nel partito, con tutti i suoi difetti, ci crediamo ancora.
Solo una cosa fa male a questo popolo: il tifo da stadio. Stiamo facendo politica, non siamo a San Siro. E questo lo troviamo purtroppo ancora ovunque e un po’ troppo diffuso. Anche perchè come tutti gli “innamoramenti”, conviene stare attenti, perchè dopo arriva la delusione…
Ora si apre una fase totalmente nuova, che mi fa guardare con un po’ più di fiducia al futuro. Ora torniamo ad ascoltare il nostro popolo, quello che apre i gazebo nelle piazze a qualunque orario e in qualunque stagione, quello che viene alle Feste dell’Unità, quello che vota alle primarie, e costruiamo insieme a loro l’idea di Partito di centrosinistra che vogliono e vogliamo vedere al governo del proprio paese.
Così dopo il congresso non ci saranno più alibi, sia per chi vince sia per chi perde. Io come sempre ci sarò tutti i giorni nel e per PD, nei momenti più belli come in quelli più disperati (e come ho detto in altri contesti, non sarò un fungo che spunta solamente quando piove, quelli mi piacciono solamente nella pasta con la panna), e anche durante questa fase tutta nuova.
Con tutto l’orgoglio di prima, Buona fortuna Partito Democratico!