Partite a Poker e altre amenità…

Non ho mai fatto mistero di apprezzare il Poker, gioco considerato puro azzardo, ma affascinante per i suoi risvolti psicologici.

E quanto è successo durante le elezioni dei presidenti delle Camere mi ricorda un po’ una partita a Poker. Gioco, rilancio, vedo, bluffo, ritiro.

Ma ora voglio tornare nell’alveo del ragionamento politico. Era il 5 dicembre 2016 (duezerosedici) quando per la prima volta, in risposta ad un’intervista di Mentana a Mario Sechi, ho ragionato su un’ipotesi di accordo politico tra la Lega e il M5S. Molti, soprattutto grillini, illo tempore mi hanno riso in faccia dicendo che tale ipotesi rientrava a pieno titolo nella fantapolitica.

E mo’? Detesto aver ragione. Ringrazio Mario Sechi.

Ma non è il punto della giornata di oggi, che per chi respira politica come il sottoscritto lascia quantomeno perplesso.

È nella natura delle aule parlamentari, specie in una situazione proporzionale pura come questa, trovare accordi, mediare, trovare soluzioni condivise. È la politica, bellezza. Quindi nulla da dire sull’elezione dei singoli Presidenti, buon lavoro. Rientra nella partita a Poker.

Partita a Poker che ha giocato Salvini di mazzo, fino alla fine, cannibalizzando tutto il centrodestra e ponendo la Meloni come forza di mediazione tra lui e Berlusconi, e trattando con il Movimento 5 Stelle.

Quello che lascia quantomeno perplessi è chi si è accordato. Il Movimento 5 Stelle, protesta oramai diventata sistema e complotto elevato a cultura dominante, ha costruito un accordo con la Lega e di conseguenza con tutto il centrodestra. Bello, peccato che per anni hanno urlato all’inciucio, a forze politiche che fanno “accordi e accordicchi” anche davanti alle più semplici e nobili mediazioni politiche del dibattito parlamentare.

Ma non solo, l’accordo è stato fatto con chi ha incarnato per anni il motivo per il quale sono nati, ossia il centrodestra, i caimani, chiamateli come volete. Il che è ideologicamente interessante per chi nasce dal V-Day e soprattutto dal popolo Viola, movimento di protesta sistemica proprio contro quella parte politica che promuoveva leggi ad personam, ridicolizzava il paese a livello europeo e via discorrendo.

Nulla da dire invece sulla Lega, era già forza di governo prima, aveva dimostrato fin dal ’94 abilità nel “gioco” politico. Hanno “visto gli altri”, scoperto il bluff e rilanciato. All-in, baby.

E i loro elettori, attivisti e tesserati ora come la vedono? “Beh ora possiamo fare accordi, che male c’è?”, giustissimo, soprattutto dopo aver urlato all’inciucio in ogni proposta politica.

Liberi tutti quindi, Buon Palazzo!

P.s. Continuate a pensare che la riforma fosse un capriccio…ascoltate il discorso di Fico e poi ne riparliamo.