Un po’ per rispondere al Prof. Enrico Letta, che è stato uno dei primi a rilanciare la proposta, un po’ perchè alla fine mi ricordo ancora abbastanza bene come sono stati i miei 16 anni.
Un po’ anche perchè ho fatto il Segretario di una formazione politica giovanile e ne ho visti di iscritti e iscritte di tutte le età, dai 14 agli n mila anni (non più di 30 però…gli ultimi che ho iscritto erano nati nel 2003).
L’idea di estendere il diritto di voto a chi ha 16 anni non mi convince. E provo a spiegarvi perchè.
Non è una questione di maturità e di essere “bacchettone”, sono convinto che un sedicenne può essere oggi più maturo di un ventenne, o pure di un quarantenne. E non è nemmeno una questione di rappresentanza, che in questa proposta comunque non viene data.
È una questione di responsabilità delle proprie azioni. Un sedicenne non è pienamente responsabile delle proprie azioni proprio dal punto di vista legale: se fa un danno, commette un’azione, perfino se si iscrive a calcetto, il responsabile è il genitore.
Bene, ma anche il voto è un’azione che comporta delle responsabilità, perchè di fatto fai una scelta che ricade non solo su di te ma anche in potenza su un’intero paese, e quindi ne devi essere pienamente responsabile. Devi essere pienamente cittadino per poter esercitare quel diritto/dovere/responsabilità. E quindi, non puoi esserlo “a metà”, o lo sei in toto o non lo sei.
Non è solo il gesto del votare. Sono tutte le conseguenze del tuo voto a fare da spartiacque. Certo, qui si potrebbero aprire dibattiti lunghi ore sul tema, visto che spesso nemmeno un cinquantenne si rende conto di questa responsabilità (e il voto è una di quelle azioni un po’ troppo vituperate e svilite di recente). E quindi si torna al punto iniziale, non è detto che un sedicenne non sia abbastanza maturo per votare. Intellettualmente magari lo è, ma non è pienamente responsabile di ciò che compie.
Forse forse può essere più utile recuperare quel senso civico ed educare alla cittadinanza non solo nelle scuole, ma anche in tutta la comunità. E non solo i sedicenni avrebbero bisogno di questa educazione.
E, senza fare del facile “benaltrismo”, non è permettendogli di votare che instauri un legame politico con i sedicenni, ma facendoli sentire parte con un ruolo di una comunità futura.
Photo credits Il Giorno