Purtroppo ci stiamo trasformando “negli altri”

Poche righe, dedicate al Capogruppo Ettore Rosato

Non è solo la rabbia per chi ha fatto il franco tiratore (ed è stato pure troppo educato “La vostra parola non vale nulla” io avrei detto “non vale un cazzo”) rompendo il patto per la legge elettorale.

È tutto il resto. È l’incapacità di dialogare della politica. Dialogare tra sè, che si traduce in dialogare con i propri elettori, dialogare con la società. E dialogare con la società significa un confronto tra rappresentati e rappresentanti. Quasi un circolo virtuoso, che si ritraduce ancora nelle capacità di dialogo tra gruppi politici. E di portare avanti accordi politici.

Ma a qualcuno, chi ha da sempre gridato “al lupo al lupo”, non è chiaro questo meccanismo. E siamo tornati al giacobinismo dell’eletto. E le istituzioni sono diventate per qualcuno una scatoletta di tonno, di quelle che si buttano dopo averne mangiato il contenuto.

E l’interesse di parte (nel senso più basso del termine) ha preso il sopravvento. Ma naturalmente è sempre colpa di altri.

Ci sono uomini come Ettore, che si incazzano quando il confronto politico salta per ottusità dell’interlocutore. Ci servirebbero più Ettore, ma stanno diventando sempre di più gli altri. Il che significa che la nostra società sta diventando “gli altri”, dove conta di più il proprio quadrato rispetto al bene di tutti.