Come sapete mi diverto sempre con numeri, numerini e numerelli, soprattutto dopo le elezioni. Perchè se si vogliono capire ragioni di vittorie e sconfitte, e pianificarne di nuove (ovviamente vittorie e non sconfitte, altrimenti siamo ai limiti del sadismo), è da lì che devi partire.
Abruzzo, Italia centro-meridionale, primo banco di prova dopo il 4 Marzo. Suona come un mix tra “Armageddon” e “The day after tomorrow”, sempre in salsa nostrana.
Oltretutto, regione dove mai viene confermata l’amministrazione uscente, che in questo caso era di centrosinistra. Un po’ di considerazioni per punti dei maggiori schieramenti che mi risparmiano di dover scrivere un enorme tabellone con dati
- Il Centrodestra passa dal 35,54% del 4 Marzo al 48,03%, vincendo le regionali.
- Il Centrosinistra passa dal 17,61% al 31,28%
- Il Movimento 5 Stelle invece scende dal 39,86% al 20,20%
Al netto dell’affluenza differente, del differente contesto politico e di tutto quello che volete, sono comunque numeri che fanno riflettere e che aprono scenari futuri quantomeno frizzanti.
Prima di tutto l’alleanza tradizionale di Centrodestra fatta da Forza Italia, Lega (sì, Lega in Abruzzo primo partito, suona strano ma è così), Fratelli d’Italia e Centristi fa ancora valere la sua forza elettorale ed è estremamente competitiva, con una differente trazione, tutta leghista, che erode consensi a Forza Italia e non solo. E comunque la Lega oltre la forza degli slogan a livello nazionale ha anche la capacità di radicarsi nei territori. Riuscendoci anche bene in un territorio dove, volenti o nolenti, non è tradizionalmente leghista (Abruzzo= “Terroni” do u remember? Prometto che non sbraco più con il linguaggio promesso).
Il Centrosinistra invece regge. Non ha un’emorragia di consensi, è la somma di tante liste che (purtroppo) si equivalgono e di altre liste di area politica, che in ogni caso se unite, costruiscono un’area ancora competitiva con margini di miglioramento.
Movimento 5 Stelle. Come sempre paga l’incapacità totale di fare rete nei territori e di costruire relazioni con corpi intermedi, lobby, portatori di interesse…per di più paga lo “snaturamento” dell’esperienza di governo. Senza temi territoriali e con un appiattimento totale nell’azione di governo nei confronti della Lega, la loro emorragia di voti va tutta verso il Carroccio.
E quindi? Ora mi diverto a fare un po’ di fantapolitica, che ha il suo fascino ma che potrebbe rappresentare uno scenario quantomeno verosimile.
Salvini è al suo apice e lo sa, può dire qualunque cosa su qualunque cosa, e comunque macina consensi. Anche al Governo, e i 5 Stelle nonostante abbiano un’enorme forza parlamentare sono succubi della mediaticità e della linea politica della Lega. C’est la vie, se per anni parli di distruggere tutto e poi non lo fai non sei più credibile.
In più Salvini condivide con il sottoscritto lo spirito del “giocatore di poker”. Quindi rischia, azzarda, gioca. Ora per un pretesto qualunque, che può essere o una banale violazione del contratto di governo (che anche lì, anteporre un’istituzione di diritto privato alla politica è sintomo di pochezza) oppure per l’autorizzazione a procedere.
Bene, in quel momento il Movimento 5 Stelle diventa il movimento dei “traditori” e la Lega partirà con il “Votate noi, noi manteniamo i patti mica come gli altri. Noi difendiamo gli Italiani!”. E in quel momento tutto il Centrodestra si ricompatta, sotto l’egida di Alberto da Giussano, poichè non hanno ancora capito che “non puoi ragionare con una tigre quando hai la tua testa nella sua bocca”.
In più, ci saranno le europee e in questo fantascenario le politiche poco tempo dopo, e la Lega capitalizzerà tutto. Sì mangerà il centrodestra e una grande fetta del Movimento 5 Stelle, che sarà ridotto ai minimi termini.
E il Centrosinistra? E allora il PD? Nel campo del Centrosinistra non si muoverà nulla fino al 3 Marzo, ma le elezioni in Abruzzo hanno dimostrato che se il PD è in grado di fare perno ed allargare la coalizione, è ancora in grado di essere alternativo al Centrodestra.
In più, se vincerà Zingaretti (come spero), si radicalizzerà il messaggio definendo più nettamente i confini del partito. Badate bene, radicalizzerà il messaggio, non spostare a “sinistrissima” il PD. Diventando perno di una vera coalizione di Centrosinistra, di nuovo competitiva. Un lungo lavoro, ma l’unico possibile.
Bella la fantapolitica eh? E se si verificasse uno scenario simile?