Antropologo del popolo

Sì sì, non scrivo qui da mo’. E bisogna pur vivere ogni tanto. Però la mini analisi di una crisi di governo, oltretutto iniziata il giorno della presa della Bastiglia (Le roi est mort, vive le roi!) non poteva mancare, sarebbe stata antropologicamente altro. Esattamente come Conte. L’antropologo del popolo.

Eh già perché Conte ci piaceva, inutile nasconderlo, e in certe fasi è stato utile. Certo, e perché ci piaceva? Perché un lato di Conte, bene o male, rappresenta noi stessi. Davanti ad uno specchio un po’ opaco ma siamo noi.

Esatto, perché rappresenta quello spirito un po’ da invidiosi, subdoli, in grado di dire tutto e il contrario di tutto con pretesti assurdi, con un ego smisurato da appagare e pure un po’ bulletto.

Tant’è che c’ha provato e ci prova (ma non è detto che ci riesca) ad eliminare il “secchione” Draghi. Quello bravo, quello capace, quello che sotto sotto invidiamo perché vorremmo essere come lui. E le ultime agenzie raccontano che la paura delle urne porterà (pare) tanti parlamentari a dire mercoledì in aula: “Mario dai, abbiamo scherzato, scusa non volevo, me l’ha detto Giuseppe”. Esattamente come facevamo a scuola. E quindi Giuseppe siamo noi, sono i nostri difetti, i difetti dell’italiano qualunque portati lì. Senza averne i pregi.

Eh già, perché seppur siamo un popolo anche di Papi, magliari e pizzicagnoli, non possiamo rassegnarci solo al nostro brutto, alle nostre bassezze. Dobbiamo, nel bene e nel male, guardarci allo specchio e trovarci migliori. Anche nel Parlamento, dove sono sempre più convinto che quanto scritto nell’articolo 54 della Costituzione (“disciplina e onore”) prevale e prevarrà sempre.

E seppur con ondate non proprio edificanti, il Movimento 5 Stelle, al limite dell’esplosione, ha rappresentato negli anni una valvola di sfogo a quel dissenso, a quella tensione sociale che non possiamo negare ci sia nel paese, dovuta a non risposte accumulate negli anni. Ora quella tensione andrà nel…boh astensione? Destra destra? Molto fumoso è questo aspetto cari padawan.

Perché a volte dobbiamo saper rappresentare anche il nostro bello.