Perché Sanremo è da vedere…se vuoi fare la rivoluzione

Ammetto di non essere un fan accanito del Festival: non faccio classifiche, giochini vari etc. etc. Mi piace seguirlo in compagnia, fare qualche post e simili; lo seguo invece da grande appassionato di radio perché nel bene o nel male qualcosa di musicalmente interessante ne esce sempre.

Quest’anno la Mango, qualche anno fa i Maneskin che poi hanno spaccato il mondo, Mahmood…insomma, la qualità c’è sempre. E non sono uno di quelli che “buu Sanremo buu cacca pupu” solo per distinguersi da non si sa bene cosa.

Sanremo è da seguire, perchè se dopo 74 anni resiste ancora racconta un pezzo del nostro paese. E se, come me, si fa politica, è da seguire ancora di più. Ora provo a spiegarne il perchè.

Il Festival è una di quelle manifestazioni nazional popolari che di anno in anno riflette quelle che sono le sensibilità e gli umori del paese, ma del paese vero, quel ventre molliccio che spesso non vediamo ma che è un obbligo comprendere. A maggior ragione perchè è prodotto da un’azienda pubblica che è emanazione diretta della politica nazionale, ed è l’esempio più brillante di come ogni cosa sia davvero politica perchè riguarda scelte. Anche la musica e chi canta in prima serata su RAI 1.

E così salta fuori che ci sono cantanti più o meno schierati, o chi è schierato lo fa in maniera netta da una parte o dall’altra…proprio perchè il paese si specchia direttamente nello schermo della TV. Statece.
Da lì salta fuori, opportunamente mediato e filtrato, quello che il popolo chiede alla politica.

Ciò significa che dobbiamo smettere di fare incontri, segreterie, tavoli di lavoro a quattro, insalate a due e simili? Assolutamente no, anzi dobbiamo continuare imperterriti. Ma dobbiamo avere chiaro che il paese è fuori dalla segreteria/partito/riunione e dobbiamo essere noi a capirlo fuori e portarlo dentro. E soprattutto avere la nostra proposta, chiara e netta da portare fuori e non quel tentativo “becero” di educare il popolo perché “poverini, voi non sapete le cose e allora ve le spieghiamo noi”.

Un Partito deve avere una visione della società chiara, solida e netta e poi portarla fuori da sé e dialogare con il Paese, ricostruendola con la politica. Non seguire l’umore perchè tanto “digli quello che vuole sentirsi dire”. Ma per fare ciò devi conoscere con chi stai dialogando…ed è un percorso e un tema grande come una casa.

Quindi, qualche volta accendiamo la TV e guardiamo qualche programma trash che per prenderlo dobbiamo prenderci chissà quanti calmanti, ascoltiamo una stazione radio leggera dove gli speaker parlano con gli ascoltatori e capiamo cosa c’è lì dentro. Perché anche una ragazza di periferia può diventare Presidente del Consiglio, ed è bello che possa essere così. E sta in noi capirne i motivi senza la spocchia di dire “ah no, io questo non lo faccio, questo non lo guardo, questo non lo leggo etc. etc.” anzi, dobbiamo essere noi adeguati a prendere il suo posto con una proposta più credibile nella società.

Andiamo allo Stadio. E cantiamo le canzoni di Sanremo.

P.s. Ho ripreso a scrivere dopo un periodo di silenzio sul blog…ci sono state delle enormi montagne russe in questi quasi due anni, ma piano piano recupero giurin giurello!

P.p.s. Unica nota su Sanremo, prettamente di showbiz…Travolta, ma veramente ci scandalizziamo per il ballo del quaqua? Ma vi ricordate Benigni con Pippo Baudo o Belen? Siamo seri dai…