Da questo a questo

Avevo promesso ad alcuni di voi una supercazzola all’ennesima potenza sull’elezione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e soprattutto sul suo discorso di insediamento, ma a causa di svariati avvenimenti (tra cui un’influenza da paura e un ascesso al dente del giudizio) mi ritrovo a scriverla solo ora. Alcuni di voi diranno “eh ma sono passate due settimane oramai!!” e io rispondo “e quindi?”. I ragionamenti vanno fatti macerare nella propria testa sempre, rosolati al punto giusto ed espressi. Non a caldo, spesso ci si fa prendere dall’emozione, e non troppo a freddo perchè c’è il rischio che macerino fino a puzzare. In più sono successi diversi avvenimenti in questi giorni che fanno sorgere spontanea la domanda:

COME SIAMO PASSATI DA QUESTO…

Mattarella

…A QUESTO?

Rissa

Partiamo con ordine.

L’elezione di Mattarella penso sia stato uno dei momenti politici più alti che abbia mai visto. Ragioniamo con ordine, c’è stata un’orchestrazione generale, com’è sempre del resto, e non capisco quelle forze politiche che inorridendo stupidamente affermano “non è il nostro Presidente”. Scusate, ma da che mondo e mondo il Presindete della Repubblica non è mai stato eletto all’unanimità. E’ stato proposto dal PD, ed è stato votato anche da altri com’è giusto che sia. Punto fine della storia. Serve aggiungere altro? Non voglio fare un ragionamento semplicistico, ma almeno dopo l’elezione del Presidente della Repubblica gradirei di non vedere beceri populismi. Il successo è stato politico, e diciamo che è stato di Renzi senza alcun problema. Ma del Renzi Segretario del PD, che è riuscito a ricompattare (diciamo almeno fino all’elezione poi ci si può ragionare) il proprio Partito e a proporre un nome di peso come Sergio Mattarella. Nome che appunto come si sta vedendo in questi giorni, non a tutti è gradito specie quando si vanno a toccare gli interessi di qualcuno. O meglio di uno, che viene subito soccorso dal suo gruppo di groupies e gorilla. Con la differenza che tali figure sono parlamentari. Ma andiamo avanti con ordine. Per concludere questa prima parte vorrei citare una frase dell’Ex Segretario del PD Pierluigi Bersani: “Quando il PD è unito, è capace di grandi cose”. E con l’elezione di Mattarella non posso che condividere.

Il discorso di Mattarella, è stato estremamente semplice nei termini, sebbene titanico nella quantità dei punti toccati. Chiaro, perchè ampia doveva essere la platea di ascoltatori. Il discorso non era rivolto al Parlamento, ma agli Italiani tutti. Lì rappresentati dal Parlamento. Al centro del discorso c’erano gli Italiani, o meglio la COMUNITà formata da tutti i cittadini Italiani. Senso di comunità che è necessario ritrovare, al di là di faziosità o tifoserie. Ma siamo in un paese strano, molto strano, e non abbiamo la memoria corta, ma cortissima, e “Il Discorso di Mattarella” ci ha talmente esaltati e colpiti che io giorno dopo ce ne siamo dimenticati.

“Il patto del Nazareno non riguarda il Presidente della Repubblica, ma solo le riforme”–> “Il patto del Nazareno tiene” –> “Il patto del Nazareno è rotto” –> “Faremo vedere i sorci verdi”.

Ed eccoci arrivati alla rissa di due sere fa, che cancella con un colpo di spugna quanto avvenuto due settimane fa. Al di là della scazzottata, che comunque ha rappresentato il culmine della tensione politica, mi hanno sconcertato di più altri fatti:

– “Onestà, Onestà”: troppo facile cari 5 stelle urlare ora all’onestà e nascondersi dietro la costituzione, specie quando spesso voi stessi l’avete calpestata più e più volte. La calpesta il vostro leader secondo necessità (a volte creando liste di proscrizione ad hoc, altre volte denigrando le istituzioni), le calpestate voi agendo come brutte copie di ultras da stadio. Non metto in dubbio la vostra onestà, ma quella di chi vi comanda tramite un post, perchè è facile fare i leoni davanti al monitor, ma poi proporre fuori è difficile. Per citare Orfini, consiglio di tornare alle superiori e organizzare una bella autogestione (occupazione è troppo procediamo per gradi).

Riforme: Brunetta, Aventino? A Renzi faremo vedere sorci verdi

– “Renzi vedrà i sorci verdi”: Brunetta ma il patto del Nazareno mica riguardava le riforme e NON il Presidente della Repubblica? Ah già è vero a meno che si toccano gli interessi personali del vostro capo o ex-capo. Certo perchè uno al Colle che ha avuto il coraggio illo tempore di dimettersi da Ministro opponendosi all’astro nascende Young Berlusconi dà fastidio, e tanto. Ed ecco il solito stuolo di groupies e gorilla che pur di tutelare quell’uno (e sè stesso) non ha problemi a gettare il paese nell’instabilità. A meno di 100 giorni da Expo, la vetrina dove il mondo valuterà se l’Italia merita ancora di essere un grande paese. No comment. E poi invochi Mattarella…mah. E poi vedere altre opposizioni che annuiscono a Brunetta è ancora peggio, specie di chi urlava “Mai con Berlusconi”, vero Salvini (e per Salvini intendo Lega)?.

– “Aventino”: Aventino? AVENTINO!?!?! Ma come ci si permette di paragonare la secessione Aventina, quella “vera” (il virgolettato per far capire che mi riferisco a quella per l’omicidio Matteotti, non a quella della plebe romana), a quanto successo oggi? Come ci si può permettere di citare fatti tragici che segnano uno dei tanti crepuscoli del nostro paese ad una situazione come questa? E sono sicuro che tanti di colo che parlano di Aventino sappiano davvero il perchè si nomina il colle di Roma per indicare l’uscita in massa delle opposizioni. Il bello che chi invoca Mattarella sono gli stessi che fino a due giorni fa condividevano le riforme proposte. E che non riconoscevano Mattarella come Presidente. Bella la bipolarità politica.

Ieri sera comunque mi è piaciuta molto la forza dimostrata da Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, che ha ricordato con forza come dovrebbe fare un parlamentare che occupa tale scranno che NESSUN PARLAMENTARE PUÒ IMPEDIRE AD UN ALTRO DI PARLARE. Curioso quando è l’opposizione che impedisce alla maggioranza di parlare, quando le riforme in questione sono state oggetto di discussione da diverso tempo con tutto il tempo di discuterle anche per l’opposizione. Ah scusate qualcuno prima le condivideva.

“Non condivido la tua idea ma mi batterò affinchè tu possa esprimerla”. Spesso in questo paese ci siamo dimenticati di questa frase di Voltaire, sostituita dal più nostrano “Non conosco la tua idea, non mi interessa, ho la mia e cercherò di combattere la tua, e più ci guadagno meglio è”. Ed è così anche nelle piccole cose: quando vediamo che una persona riesce in qualcosa anzichè essere contenti per lui siamo lì piccoli piccoli e pieni di invidia, a rimuginare sul come togliergli quello che è riuscito ad ottenere, magari con tanta fatica. Non voglio fare il buonista, ma l’illogicità e l’ipocrisia mi danno i nervi perchè le trovo un insulto per il mio intelletto, grande o piccolo che sia.

Buona notte…