L’isla grande…sempre più piccola

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Chi fa parte dei miei lettori più attenti si ricorderà che avevo promesso questo articolo da tempo, chi mi conosce ancora meglio penserà “ma che questo sta tornando al passato?”. Un po’ sì non nego che un giretto a Cuba lo farei più che volentieri di nuovo (ma a Cuba beninteso, e a buon intenditor…i tempi di oyemicuba.com sono passati da un bel pezzo). Da buon chiacchierone italico e bloggatore che ha fatto del sinistrese la sua terza lingua (le prime sono italiano e spagnolo con accento cubano) non potevo esimermi dal dire due parole sulla Cuba che verrà. Premetto che chiunque voglia vedere e visitare la Cuba più autentica (asì es mi Cuba mi hermano…come recitava lo spot turistico del governo Cubano in Italia) deve andare ora, anzi forse è già troppo tardi. Una piccola premessa: le foto presenti in questo articolo sono tutte scattate da me (tranne quelle dei due leader) in loco nei miei viaggi a Cuba che ho fatto nel corso degli anni per un totale di 12 mesi e 3 settimane di permanenza sull’isola. A pensarci bene avrei potuto anche scriverlo in spagnolo.

Cari compagni, prendetela come un’analisi fredda e lucida del tutto e non come un discorso ideologico pro o contro.

L’annuncio di fine 2014 ci ha fatto fare a tutti un bel salto di gioia ed un’esclamazione del tipo “era ora!!” o qualcosa di simile. E mi sto riferendo alla scelta del governo degli Stati Uniti di eliminare progressivamente “el Bloqueo”, ossia l’embargo commerciale in vigore dal 1961. Da quel momento ci sono state una serie di aperture e riaperture (ambasciate, relazioni bilaterali e commerciali etc. etc.) tra i due paesi.

Vorrei fare una breve disamina, ma proprio breve. A chi è servito el Bloqueo finora? Sono stati due gli attori che hanno tratto dall’embargo i maggiori vantaggi e sono il governo dell’isola e il partito Repubblicano degli Stati Uniti. Partiamo proprio da quest’ultimo.

Il partito Repubblicano ha sempre fatto dell’isola un nemico militare ed ideologico, ed è servita questa situazione solo in termini di consenso interno: infatti la stragrande maggioranza degli esuli cubani a Miami e negli USA paradossalmente vota Repubblicano (pochi sanno che la scena all’inizio di Scarface è una storia vera, “el Mariel”, stessa barca con cui sono arrivati negli USA i genitori di Pitbull per esempio e titolo di uno dei suoi album) perchè è figlio di quella classe possidente e ricca che poteva fare il bello e il cattivo tempo durante la dittatura di Batista o discendenti di quell’elitè scappati in seguito nel corso degli anni ’80.

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Il governo dell’isola ha potuto invece trovare una giustificazione facile per tutte le sue mancanze: non funziona l’economia? Culpa del Bloqueo!!! Se derrumba La Habana? Culpa del Bloqueo!!! Se cae un trueno? Son los yanquee!!! Di fatto l’isola non ha avuto alcuna politica economica ed industriale da quando se ne sono andati i Russi dopo la caduta del muro. Non a caso nel ’90 è iniziato “el periodo especial” dove praticamente i beni di qualunque tipo sono scomparsi. E si è scelto di investire nel turismo, ma dopo questo nulla più.

L’economia dell’isola si è retta sull’inventiva degli isolani, per i quali arrabattarsi non è una 1936499_1158381289345_2984092_nnecessità solamente, è proprio un dogma. Un dogma dove chi lavora in un bar “arraffa” una bottiglia di Rum dal lavor e la rivende a mercato nero, dove chi ha un parente all’estero si fa mandare un gadget hi-tech e “se vende por la calle”…e così via.

E ora…immaginiamoci che da domani el Bloqueo non esista più, che succede? Il fronte Repubblicano si arroccherà su posizioni indifendibili del tipo “Cuba protegge i terroristi!!” il che indica come conoscano l’isola solamente per slogan (tra l’altro Marco Rubio il Senatore di Miami figlio di Cubani è candidato alle primarie presidenziali), ma per il fronte interno all’isola come la mettiamo??

Si apre così un bivio, una volta avrebbero potuto tener nascosto la cosa e rimpallare il tutto ancora come colpa degli USA, ma con l’avvento di Smartphone e la TV satellitare americana (Telemundo e Univision, network ispano-americani di stampo Repubblicano tra l’altro specializzati in telenovelas…però piutost che nient) che arriva illegalmente sull’isola non lasciano scampo con la loro velocità vs la lentezza del regime. Oppure, come spero, verrà avviato un percorso serio di pianificazione economia che riesca a mantenere la conquiste in termini di sicurezza sociale che con poco o tanto il regime è riuscito a mantenere. L’ostacolo più grosso sarà la mentalità dei Cubani, di fatto già stregati dallo stile yanqui correndo il rischio di trasformare l’isola in una Puerto Rico bis.

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Raul Castro Ruz ha un’occasione storica: sarà il leader che porterà l’Isla Grande direttamente dalla Guerra Fredda al III Millennio, senza passare dal via (gli anni ’90). La più grande isola dei caraibi che inevitabilmente perderà sempre di più il suo fascino e diventerà una delle tante “piccole” isole dove i paperoni di turno potranno fare lussuose vacanze.

E Fidel?? El Narra, el Fifo, come lo chiamano sull’isola…beh se fossi in lui direi “Se non altro ho lasciato un paese dove ho insegnato a tutti a leggere, un pugno di riso poco o tanto che sia tutti ce l’hanno e bene o male li curo da malattie di tutti i tipi. La historia me absolverà!”

Vi lascio con un video di un cantante, antiregime (no non si può nemmeno dire pagato dagli Americani come i più puristi possono pensare). È una poesia, non una canzone.

Buona serata

Edoardo