Niente cazzate stavolta: il 30 si va a Roma. Sul serio però.

Il turpiloquio a volte è opportuno, se serve per rafforzare un concetto.

Niente cazzate stavolta. Il 30 chiunque abbia ancora la volontà di dare una risposta a quello che stiamo vedendo in questi giorni dovrà essere a Roma. In quella piazza, che già dal nome ha un sapore antico, “del Popolo”.

Possiamo fare tutte le considerazioni politiche del caso, ma le chiacchiere stanno a zero. È vero, può darsi che manchi tutto, ma proprio per questo bisogna esserci.

Chi sceglie deliberatamente di demolire quella piazza con l’assenza, vuol dire che ha scelto bizantinismi di posizionamento che pagano molto poco. Scelta legittima per alcuni, ma non per me.

Esserci perchè da lì parte una cosa che nessuno potrà mai portarci via: usciremo da quella piazza con la nostra identità. Identità che definisce quello che siamo, i nostri valori, e sui quali costruire le nostre risposte. Con chi in noi ancora ci crede. Con chi sceglie di costruirlo un futuro e non di demolirlo. Con chi non si rassegna a vedere il nostro paese tornare indietro di non so quanti anni.

Ci vediamo il 30. Con o senza bandiere poco importa. L’importante è esserci.