Sull’assemblea, sul PD, i Millennials e altro

Come sapete, le analisi le faccio sempre a posteriori, quando tutto sedimenta bene e assume una struttura più completa.

Ne ho viste e sentite di ogni dopo domenica, dalle critiche ai punti posti da Renzi, alle critiche sulla conduzione dell’assemblea, di tutto e di più. Cercherò di esprimere la mia.

Come ho già detto, quello che conta di più per il singolo nelle occasioni come queste è l’incontro, l’incontro con persone, lo scambio di idee, di opinioni. Ma tutto ciò ha senso se lascia qualcosa, qualcosa che ti riporti a casa per costruire qualcosa in più. Farsi solo qualche foto non ha senso, quello è un momento giocoso. Che può anche far strappare qualche sorriso, ma resta lì.

E quello che ti porti a casa che conta. E una qualche soddisfazione me la sono presa, il fatto di essere riuscito a diventare delegato della mia provincia (non mi nascondo dietro un filo, ci tenevo ad esserci). Non è stata la mia prima assemblea nazionale, ne ho viste altre, ma essere lì da delegato (e con voce in capitolo, per quanto possibile) cambia qualcosa.

Dopo l’elezione di Macron e l’assemblea non mi sono fatto prendere da un delirio francofono (e continuo a pensare che i profili di Renzi e Macron siano diversissimi). Il PD non è En Marche!, Renzi non è Macron. Ma questi due partiti (o movimento nel caso di En Marche) necessariamente hanno una cosa in comune: devono guardare oltre il proprio steccato, devono dare un messaggio positivo anzichè un senso cupo di “fine impero”. Non basta il messaggio, va anche calato nella realtà con un certo grado di legittimità. E, per calarlo serve legittimità, e per ora internamente esiste tale legittimità. Dopo l’assemblea una linea è stata definita. Ora va costruita.

Invece, ho visto parecchie polemiche sulla scelta dei “Millennials” in direzione. Prima di tutto, fugo ogni dubbio: è una prerogativa del Segretario tale scelta, l’ha fatta nella piena legittimità dei suoi poteri. Fine del gioco. Ai ragazzi che sono entrati dico: Bravi. Buona fortuna e buon lavoro. Una cosa del genere sicuramente è una grande esperienza, esperienza che può servire se ben usata a strutturarsi tramite una modalità top-down, dall’alto verso il basso. È una cosa non semplice, visto che di solito si arriva tramite percorsi bottom-up, dal territorio (con fatica come tanti fanno e han fatto) fino alla “cima”. Ma ripeto, buona fortuna e buon lavoro a tutti voi.

Piccolo inciso sui GD: ragazzi, damoje sotto. Molti di noi sono in assemblea, in molti organismi dirigenti e non. E per rafforzarci serve una cosa, essere interlocutori credibili prima di tutto con il nostro Partito, e poi con la società che vogliamo rappresentare. Non imitazioni ma interlocutori. Ce la faremo?

Per il resto che dire, alla prossima assemblea!

1 thought on “Sull’assemblea, sul PD, i Millennials e altro”

  1. Sono d’accordo con te, è vero che il percorso dei millenians è stato “alla rovescia” ma secondo me è anche un modo forte per invogliare e giovani a fare politica attiva, giovani di cui abbiamo bisogno come dell’aria! Il futuro è loro, è vostro, la mia generazione ha già fatto sufficienti danni ed è giunto il momento di “fare un passo indietro” o se vuoi di lato possiamo e dobbiamo starvi accanto per darvi una mano dove l’esperienza, per ovvi motivi, vi difetta ma a voi spetta l’onere e l’onore di portare l’Italia nel futuro buon lavoro dunque da una nonna

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