Oggi qui, domani lì, dopodomani…

L’inizio di questo articolo potrebbe essere un “so fico, so bello, so fotomodello” (letto con un tono alla Abatantuono), ma vi ho abituato a linguaggi più aulici. Quindi leggete questo articolo come un autobuffetto sulla spalla, dove tornerò un pochino ai toni da temino delle elementari. Ma forse con qualcosa in più.

Andiamo con ordine. Venerdì, dopo il Consiglio Comunale a Claino con Osteno, sono stato catapultato letteralmente davanti al Comune di Casnate con Bernate, dove insieme agli amici della lista “Camminiamo Insieme” ho potuto chiarire alcuni dubbi sulle Smart City e quello che realmente sono, tutto nell’ottica di razionalizzare i costi delle nuove tecnologie (un grazie ad Alberto che mi ha “ingaggiato” per la serata e a Luciano e Maria per avermi sopportato per tutto il viaggio).

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Dopo poche ore di sonno, eccomi Sabato mattina, a dare una mano stavolta ai GD del Seprio, il mio circolo, e alla mia Segretaria Alessia. Sperimentando qualcosa di nuovo e al tempo stesso non usato più da tempo. Siamo scesi in piazza con un tema “scottante” come l’immigrazione, e abbiamo deciso di parlarne non tra noi, ma con persone fuori dal nostro “giro” per così dire. Gente che incuriosita si fermava appositamente sotto il nostro gazebo per discutere, così, semplicemente.

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Non ho mai mangiato tanto velocemente come ho fatto sabato. Ho trangugiato letteralmente un piatto di pasta e in meno di 20 minuti eccomi a Como, al Politicamp. Start up e innovazione, intervento dove ho semplicemente spiegato il mio punto di vista sul mondo che vivo tutti i giorni. Sperando di averlo fatto in modo fresco e non imbellettato da accademico (anche qui un grazie doveroso all’ingaggiatrice Giuliana).

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Una volta tornato a casa…mi sono addormentato nel giro di 30 secondi. Finito il tour? No!!! giovedì 14 sarò a Bergamo, su invito del Circolo GD locale e di Daria, cercando di dare un contributo sull’innovazione digitale.

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Tanti chiedono: ma come fai a resistere? Perchè fai tutto questo? I più sadici (e più vuoti, quelli che non hanno nulla di proprio da dire) risponderanno perchè voglio farmi vedere senza portare nulla se non a me stesso. No, toppato alla grande. La risposta sta nell’affermazione di un grande militante, che ha detto una frase da far rabbrividire (in senso buono) i più: “I militanti che fanno il loro dovere possono essere esigenti con la propria classe dirigente, di contro la classe dirigente che fa il suo dovere può essere esigente con i suoi iscritti”. Ecco, per me questo significa fare il mio dovere, o meglio una piccola parte di esso. Cerco semplicemente di dare il mio contributo e le mie competenze mettendole al servizio del luogo politico nel quale mi muovo, vivo e opero. E la vera cosa che arricchisce chi fa il relatore non è l’intervento in sè, ma le domande, perchè non esistono domande stupide, ma solo risposte che spesso non sono all’altezza delle domande. Una mancata risposta indica semplicemente l’incapacità di mettersi anche per un mezzo secondo nei disagi e nei dubbi di chi domanda. E questa è la cosa peggiore, soprattutto per chi prova come me a portare avanti le speranze di pochi o tanti (poco importa, basta portare avanti le speranze di una sola persona oltre te stesso).