Possibile che non ci riusciamo più?

Visto il mondo di cui faccio parte, e di cui fanno parte la maggior parte dei miei lettori, è bene specificare in prima riga subito una cosa. Viva il discorso di Fedez.

Era il Concertone del Primo maggio, seppur in forma “covid”, però determinate prese di posizione hanno sempre trovato spazio su quel palco ed è giustissimo che sia così, esattamente come quelle di Fedez, e ci mancherebbe pure. E aggiungo pure un Viva la risposta di Letta con la richiesta di chiarimenti alla Rai, perché valutare come poco opportune considerazioni su un dibattito che di fatto è pubblico non è esattamente un servizio pubblico, per di più in un evento organizzato dai Sindacati e non dalla Rai. Stiamo parlando di considerazioni, non di battute becere.

Il caso del 2006 con “L’inno Verdano” di Caparezza insegna.

E soprattutto non guardiamo il dito, guardiamo la luna: lo schifo delle considerazioni degli esponenti Leghisti citati da Fedez. Considerazioni che sono state fatte pubblicamente per giunta, quindi di fatto non c’è nulla da nascondere, sono lì pubbliche, non c’è altro da ribadire se non l’ottusità delle stesse. Bravo Fedez.

Ma è un altro il fatto che mi fa imbestialire, senza sminuire quanto fatto da Fedez, sia chiaro: ma è mai possibile che il centrosinistra in questo paese si trovi sempre a rincorrere il dibattito pubblico e i temi dello stesso e non riesca più ad imporli, a fare egemonia e a guidare un’area politico-culturale nel paese?

Subiamo, subiamo e rincorriamo. È necessario che sia un Fedez o un altro cantante, calciatore, uomo di spettacolo a prendere una posizione e noi lo eleggiamo per due giorni a nostro riferimento culturale, ma non imponiamo “ritmo” e temi al dibattito (per giunta, mezza nota: Fedez fino a pochi anni non era esattamente in linea con le posizioni del centrosinistra, forse abbiamo un po’ di memoria corta, ma un buon discorso resta un buon discorso).

Abbiamo rinunciato al nostro ruolo di guida e di egemonia culturale e politica all’interno del paese. L’abbiamo demandato ad altri, e manca quella declinazione dentro la società che è compito nostro fare. Resterà probabilmente un bel discorso detto dal palco del Concertone, senza aver smosso il paese nel suo profondo (e mi sento di dire che nel suo profondo il paese strizza di più l’occhio a quei leghisti citati prima).

Rincorriamo. Subiamo e non proponiamo temi e dibattito. E quel che è peggio è che “rincorriamo” pure su battaglie che sono nostre come il DDL Zan, che è presentato da un NOSTRO parlamentare, ma il dibattito è esterno a noi, fuori da noi e non siamo quasi riconosciuti come interlocutori in quel dibattito. Quasi eh.

È vero che un uomo “di spettacolo” fa più comunicazione di qualunque altro soggetto. Ma quando si tratta di politica dovremmo forse essere noi a farla, e non demandarla ad altri. Possibile che non ci riusciamo più?