Sballottati!! Parte I: Quando il piatto è ancora caldo

Mi “diverto” ad analizzare i risultati post-elettorali. Non per puro sadismo, ma perchè da ingegnere sento la mancanza di un metodo razionale nella politica, e ragionare su freddi numeri e trarne conseguenze è la parte che più si avvicina a questa “Ingegneria politica”.

L’anno scorso la mia analisi si intitolava “Abbiamo vinto come sempre”. Eh già perchè nonostante i problemi, i litigi interni, le fuoriuscite a sinistra e simili comunque il risultato parlava chiaro. E stavolta? Ho usato il termine “Sballottati” perchè questi ballottaggi hanno “sballottato” la situazione e anche parecchio. Prima parto analizzando caso per caso, poi nel secondo capitolo mi dedicherò alle conseguenze interne al PD. Anticipo subito: concordo con la linea “Lanciafiamme” ma non la riduco allo scontro minoranza-maggioranza come i più “fini” analisti, ma ricordiamoci che deve essere una lavoro più profondo e attento, non fatto “ad minchiam”. Ogni territorio ha la sua specificità e non ci si può limitare ad urlare altrimenti “Lanciafiamme is the new ruspaaah”.

  • Roma: esito scontato, certo. Ma non così batostevole. Giachetti comunque ha fatto un lavoro di presenza e ascolto sul territorio notevole, ha provato a recuperare il contatto con tutti quei pezzi di società che con il bubbone Marino il PD e il centro sinistra avevano perso. È chiaro come tutto ciò partito con una chiara ammissione di responsabilità da parte dello stesso, degli errori fatti in passato e creando quantomeno un programma per la città.
    Non è bastato. La Raggi, senza avere un programma credile (diciamocelo, non sono ancora riuscito a capire dove voglia andare a parare), ha rappresentato quella voglia di cambiamento all’amatriciana, e questo al romanaro medio è piaciuto, e pure tanto.
    Ora il volante di Roma (non di Livorno o Parma, di Roma) è nelle mani di Virginia. Sono curioso.
  • Milano: perdere qui sarebbe stata una vera ecatombe, e fortunatamente così non è stato. Qua la questione è diversa da Roma: il contatto con la società a mio avviso non è mancato, e nei 5 anni precedenti è stato creato quel sostrato di contatti e relazioni che ha permesso di vincere, di nuovo. Con numeri risicati, certo, ma per un motivo: anche la destra ha da sempre quel sostrato di relazioni vivo e vegeto, con un PD che fa il Centro sinistra e una Forza Italia che fa il Centro destra lo scontro è stato “moderno”, non so se rendo l’idea. Bipolare, muscolare, e per molti aspetti anche serio (ovvio poi con le sparate di Parisi sulle questioni relative ai diritti, alla rappresentanza di genere e simili un po’ della serietà si è persa…ma d’altronde con quei compagni di viaggio non ci si poteva aspettare di meglio).
  • Torino: ecco un esempio di come amministrare bene non basta mai. Qui la situazione è complessa, molto. È stato un voto non contro l’operato di Fassino ma contro un certo tipo di apparato. Una volta un vecchio amico mi ha detto “dopo 20 anni di governo si cambia anche per sanità mentale…”. Qua la situazione è analoga, poichè il centro sinistra ha governato per 20 anni e più Torino, e seppur abbia governato a mio avviso bene, la Appendino ha rappresentato quel vento di nuovo (anche lì devo capire bene cosa le frulli in testa…le analisi di Airola sembravano una puntata speciale di Voyager) che viene percepito come positivo. Sarà vero?
  • Napoli: ecco qui invece altro che lanciafiamme. Prima le primarie, poi chi vince non va bene, e poi Verdini e poi la sconfitta al primo turno e poi l’appoggio a Lettieri e poi il non appoggio a De Magistris. Peggio di così…manco mezza presa. Sembrava una commedia di De Filippo. Vero, facile dirlo ora, ma la plastica rappresentazione del Partito della Nazione (che continuo a pensare sia un’invenzione e i fatti mi danno ragione) non ha senso d’essere. Il PD funziona quando fa il centro sinistra, non quando fa il…boh in questo caso non saprei definirlo.
  • Bologna: Bologna è Bologna, rossa per definizione. Fa sempre poco testo chi vince a Bologna, si può ragionare invece su chi perde, ossia sulla Lega. Un precedente Sindaco di centro destra c’è già stato, quindi non è una “mission impossible” vincere a Bologna (difficile certo, ma non impossibile). La “lasagna” Borgonzoni (per chi ha visto il video di analisi di De Luca settimana scorsa il paragone sarà chiaro) non convince quanto il “brodino” Merola.
  • Varese: vero, una piccola città rispetto a quelle nominate precedentemente, ma il dato è interessante. Il tutto si colloca in un discorso molto simile a Torino, con un potere consolidato da 20 anni (e stiamo parlando della Lega di governo, non quella di Salvini ma quella dei Varesini come Maroni e compagni) che in parte perde il legame con la società contro un volto fresco che ha fatto della presenza e della visibilità in città il suo punto di forza.

Ora un’analisi macro su due dati che emergono da queste amministrative

  • La Lega non c’è: non serve dire molto di più, non c’è. Salvini non ha costruito contatto con la società, si è limitato a fare l’urlatore da piazza, ma senza dare una proposta di “governo” e di sistema. “Fuori gli immigrati”…e poi? “Milano”…e poi? Non puoi candidarti a guida del centro destra senza parlare ai mondi tradizionalmente legati ad esso. E questo è stato il risultato.
  • Uno non vale uno: è da sempre la boiata ripetuta a sproposito dai 5 stelle. Se al posto della Raggi e della Appendino ci fossero state altre due persone non sarebbe stata la stessa cosa. In queste due città hanno contato di più le candidate piuttosto che il partito, che pure ha incarnato un certo tipo di sensibilità. La Appendino e la Raggi sono state candidate azzeccatissime sia per storia personale (Ex-dirigente della Juventus e manager la torinese, Avvocato e attivista la romana) sia per configurazione (competenti nei loro settori, giovani, nuove, donne e pure carine ci metto ‘na tanticchia di maschilismo via). Messe nel contesto giusto sono state la carta vincente. Senza se e senza ma. E per la prima volta ho sentito, in una nota del PD, la parola sconfitta. Eh sì, in queste due città non si può dire altro.
    Ma ora che il libro dei sogni l’abbiamo scritto e si torna alla realtà cosa succede? Ne parliamo tra un po’…proprio perchè il libro dei sogni non si tramuta mai in realtà. Perchè a Milano invece il Movimento non ha sfondato? Candidato sbagliato? Non credo, comunque il profilo di Corrado non era così pessimo, anzi. Ma qui non è mancato il contatto con la società dei due schieramenti maggiori e in mancanza di spazio l’ondata non è esplosa.

E il mio caro vecchio nuovo futuro PD? Eh troppo volete sapere, di questo scriverò nel capitolo II, ragionerò sul titolo, magari ci butto un’inglesata da Hollywood Movie.

Intanto buona lettura!!!